ARGOMENTO:"SUICIDIO"
SPEAKER:
argomento molto vasto, molto difficile da affrontare oggi, parleremo di suicidio che sicuramente non è una situazione che... insomma ci possiamo augurare da proprio affrontare personalmente ma anche da vivere su un amico o un parente che insomma ci lascia sempre un senso di vuoto importante. Ne parliamo oggi esplorandolo da diversi punti di vista con un'esperta psicologa clinica strategica, la dottoressa Giuseppina Forestieri. Benvenuta.
DOTT.SSA GIUSEPPINA FORESTIERI:
Salve.
SPEAKER:
Salve a lei. Grazie di aver accettato il nostro invito perché come detto... Suicidio non è una condizione umana bella, diciamo che è un capolinea, ha un crash talmente forte da sostenere che ci priva della vita stessa.
DOTT.SSA GIUSEPPINA FORESTIERI:
Sì, è vero. Infatti il suicidio comunque resta un gesto estremo, non ha età, non ha sesso, non ha razza, non ha cultura e rientra tra le prime dieci cause di morte al mondo e anche in Italia i tassi sono molto alti. E questo è preoccupante.
Sì, anche nei giovani e con la pandemia post-COVID-19 probabilmente si riscontreranno anche dei casi di suicidio sugli anziani. Ecco. Il suicidio resta un fenomeno molto complesso, è un fenomeno multifattoriale, multidimensionale. Ha molte sfaccettature, se ne sono occupati la sociologia, la psicologia, la medicina e quello che resta comunque di fondo è che è un gesto estremo, dovuto a un dolore mentale. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, il suicidio è un atto di eliminazione di se stessi nel momento in cui la persona lo percepisce appunto come l'unica soluzione, è un atto voluto, volontario, intenzionale? Beh, certo, anche perché lo compio io stesso nei miei confronti.
SPEAKER:
Sì. E ovviamente non è cosa che ci auguriamo per nessuno, ma sicuramente abbiamo modo di rintracciare qualcosa in una persona che sta... in qualche modo pensando al suicidio? Ci si suicidia dall'oggi al domani? O c'è una premeditazione, un'organizzazione? Quanto si pensa alla propria eliminazione?
DOTT.SSA GIUSEPPINA FORESTIERI:
Allora, nella maggior parte dei casi c'è sempre una premeditazione. Ci si pensa molto anche perché comunque si toglie la propria vita. Ci sono sempre dei segnali dei campanelli di allarme, ci sono dei fattori di rischio quindi che andrebbero valutati. bisogna prevenire molto, quindi fare anche delle politiche sulla prevenzione. Ad esempio i fattori di rischio possono essere dei traumi, un lutto, un precedente tentativo di suicidio, situazioni infantili avverse, abuso, una situazione anche di degrado socioculturale, la disoccupazione. Invece, per quanto riguarda la prevenzione, la prevenzione si struttura su tre livelli, la primaria, la secondaria e la terziaria. Per quanto riguarda la primaria, è una prevenzione che riguarda la popolazione in generale, quindi ad ampio spettro a 360 gradi e all'obiettivo quello di ridurre il rischio suicidario. Certo. Fa parte della prevenzione primaria ad esempio la riduzione nella prescrizione di psicofarmaci o i blister di alcuni farmaci, oppure banalmente la posizione di alcune barriere nei luoghi dove potrebbe esserci un suicidio da precipitazioni, tipo sui ponti. E poi la prevenzione secondaria riguarda le popolazioni che sono a rischio suicidio, quindi si agisce con programmi di screening, trattamento anche con un trattamento farmacologico psicoterapeutico. La prevenzione invece terziaria riguarda i soggetti che hanno già attentato un suicidio si stima che un presente tentativo di suicidio aumenta dal 30 al 40 per cento quindi la possibilità e quindi con questi pazienti si agisce attraverso anche dei follow up con una presa in carica quindi continuativa del paziente e un modello diciamo un particolare trattamento è il post-evention che è un trattamento che viene fatto con i sopravvissuti quindi con i familiari per quindi con i familiari insieme affinché possa in qualche modo possono essere in qualche modo sollevati dal senso di colpa che gli avvolge.
SPEAKER:
Qualora aveste dubbi su quello che vi succede intorno, vi rimando alla mail della dottoressa Forestieri, Giusi, con la Y giusy3072@gmail.com perché in questi casi non mantenete il dubbio chiedete consiglio o perché non lo sappiamo che ne sarà di noi domani. Dottoressa la ringrazio moltissimo per questo intervento. Grazie a voi per avermi ospitato. A lei. Salutiamo insieme i nostri ascoltatori. Grazie. Un saluto. Salve.