Scopriamo da vicino cos’è la Medicina Integrata grazie ad un medico che ha la mission professionale di comprendere la persona nella sua complessità e trovare una cura che sia personalizzata e volta a ristabilire uno stato di salute prolungato. Ne parliamo con il dottor Antonio Gorini.
Dottor Antonio Gorini, cosa sono la medicina complementare e integrata?
“Il mondo della medicina non si dovrebbe dividere in sottogruppi. La medicina è una sola ed è quell’arte che aiuta le Persone a non ammalarsi o a ritrovare il benessere in corso di malattia. Purtroppo, con l’era moderna e l’imperante specializzazione ci si è trovati a distinguere un approccio medico ‘accademico’ incentrato sull’uso di farmaci di sintesi chimica e una diagnosi settoriale e specialistica, da un approccio a 360 gradi della persona basato su una diagnosi e terapia personalizzate. Questo secondo approccio medico negli anni si è trovato etichettato in modi diversi: olistico, complementare, alternativo, non convenzionale, tradizionale… L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) definisce due grandi gruppi: la Medicina Tradizionale, cioè quella derivata dalle antiche tradizioni come la Medicina Tradizionale Cinese (MTC), Ayurvedica, ecc., e la Medicina Non Tradizionale che sarebbe quella definita sopra come accademica. Negli ultimi anni è iniziata una vera e propria integrazione dei due paradigmi di cura, colmando così i punti deboli presenti in entrambi gli approcci. Da ciò nasce il nuovo campo della Medicina Integrata”.
In quali ambiti si può applicare?
“Da quanto detto sopra si comprende che la Medicina Integrata si applica con successo in tutti i campi della medicina dalla prevenzione alle problematiche acute e croniche. In particolare, laddove il mondo della chimica farmaceutica ha dei vuoti terapeutici può subentrare con successo una terapia basata sulla chimica vegetale ad alte e bassi dosi (medicina naturale: fitoterapia, omeopatia, omotossicologia, antroposofia, ayurvedica) o sull’uso di altre terapie come l’agopuntura, le terapie manuali, l’ozonoterapia, la neuralterapia, solo per citarne alcune”.
Perché vige ancora un po’ di diffidenza attorno alla medicina integrata e complementare?
“La risposta è su due fronti interconnessi: motivi culturali ed economici. La nostra cultura occidentale moderna è influenzata dal business, che tra i metodi che adotta per crescere vi è anche quello di fare informazione e orientare la cultura dei professionisti e delle persone. Pertanto, nel nostro mondo si è più orientati a cercare uno specialista ed una cura rapida e apparentemente risolutiva, ma sappiamo che spesso il problema ritorna o cronicizza, se non andiamo alla radice. Il business cresce e contemporaneamente diminuisce la salute libera da farmaci e la consapevolezza di essere responsabili della propria salute”.
È vero che la medicina integrata si applica anche in campo oncologico?
“L’applicazione della medicina integrata in oncologia è uno degli aspetti più rilevanti e ad impatto proprio per la gravità della malattia oncologica. I maggiori centri di oncologia nel mondo hanno il servizio di oncologia integrata cha affianca e supporta il paziente”.
In che modo?
“Suggerendo corretti stili di vita e di alimentazione; utilizzando tecniche di gestione dello stress e del dolore, vari tipi di terapie energetiche (yoga, Tai Qi, Qi Gong, Reflessologia plantare, musicoterapia, ecc, ecc), supporto psicologico e spirituale. Le terapie naturali riducono gli effetti collaterali di chemio e radioterapia e ne aumentano l’efficacia. Potete consultare la pagina web di oncologia integrata del Centro Oncologico di New York, lo Sloan Kettering, uno dei centri più famosi al mondo. In Italia esistono esempi del genere, ma a macchia di leopardo. Per citarne alcuni pensiamo all’Istituto Nazionale Tumori di Milano, l’ospedale di Merano, il Policlinico Gemelli di Roma, infine la Regione Toscana ha molti servizi ASL e ospedalieri che offrono tale assistenza, peraltro in convenzione”.
Come e quando si è avvicinato alla medicina integrata?
“Il mio percorso inizia l’ultimo anno di medicina. Mentre frequentavo il Dipartimento di Medicina d’Urgenza, area in cui mi sono laureato con Lode, i miei Maestri mi consigliarono di seguire la scuola di MTC, in particolare di Agopuntura. Da lì mi si è aperto un mondo, che mi ha portato ad approfondire i meccanismi biofisici di diagnosi e terapia e le discipline tradizionali principali. Integrare tutte queste conoscenze è stata ed è la mia passione. Di certo non è un compito semplice, anche perché spesso chi si rivolge a me lo fa come ‘ultima spiaggia’. Sarebbe sicuramente più semplice intervenire prima, ma la nostra ‘abitudine’ porta le persone prima a percorrere i canali istituzionali, anche perché spesso più economici. Solo in un secondo tempo, constatato l’insuccesso della terapia chimica, cercano chi possa risolvere il problema anche in maniera ‘alternativa’. Occuparmi della persona sia negli aspetti fisici, ma anche psicologici e spirituali è la mia vera passione e solo con la medicina integrata si può fare ciò”.