Cosa sono? Quali benefici garantiscono al nostro organismo? Come agiscono? Come si sceglie quello più adatto alle nostre esigenze e a chi bisogna rivolgersi? Per saperne di più ne parliamo con il dottor Antonio Gorini, un medico che ha scelto la mission professionale di mettere al centro la persona nella sua complessità e trovare la cura che sia personalizzata e volta a ristabilire uno stato di salute prolungato
Cosa sono i probiotici?
“I probiotici sono dei microrganismi che si trovano in alcuni alimenti o in farmacia sotto forma di integratori. Una volta venivano chiamati “fermenti lattici”, proprio perché popolano i cibi fermentati. Da qualche anno l’interesse per loro è molto aumentato grazie alle conoscenze dei numerosi benefici che comportano per la nostra salute”.
Come funzionano? Qual è il loro meccanismo di azione?
“I probiotici sono organismi vivi e vitali, principalmente batteri, che, assunti per via orale, colonizzano il nostro intestino. Normalmente nel nostro colon vivono più di 500 specie batteriche diverse (microbiota intestinale), che contribuiscono alla digestione di alimenti, sintesi e attivazione di molecole, difesa verso sostanze tossiche o germi dannosi, correlano con la nostra salute generale e quella del sistema immunitario, insomma, sono indispensabili per la nostra vita! I probiotici assunti con la dieta e con gli integratori servono a garantire la giusta qualità e quantità del microbiota intestinale, rimpiazzando i germi carenti o mancanti, stimolando la crescita di altri germi buoni e inibendo lo sviluppo di quelli “cattivi”. Molti probiotici sono capaci, inoltre, di produrre sostanze antibiotiche e antinfiammatorie. Uno squilibrio del microbiota (disbiosi intestinale) si può verificare per vari motivi tra cui: alimentazione non corretta, tossinfezioni, malattie infiammatorie intestinali o funzionali (diarrea cronica, stipsi cronica, celiachia, ecc, ecc.), malattie infiammatorie e cronico-degenerative in generale o per l’assunzione di farmaci, basti pensare agli antibiotici, che da una parte sono fondamentali per eliminare l’infezione, dall’altra riducono drasticamente la popolazione batterica “buona” residente nell’intestino. In alcuni casi la disbiosi è essa stessa la causa di numerosi disturbi infiammatori o immunitari”.
Che caratteristiche deve avere un buon probiotico?
“Un buon probiotico deve essere vivo e vitale, cioè capace di arrivare vivo a livello intestinale per poi riprodursi e svolgere le sue funzioni biologiche senza creare danno per l’uomo. I probiotici con tali caratteristiche necessitano di condizioni di produzione e conservazione ben precise. Bisogna considerare che nemici della sopravvivenza del probiotico sono: calore, pressione, umidità, ossigeno. Pertanto, dovremmo prediligere quei prodotti integratori che si conservano in frigo (salvo rarissime eccezioni), che non sono liquidi o confezionati in prossimità di acqua o altri elementi naturali (fibre, vitamine, ecc.), che trattengono umidità, e, infine, isolati dal contatto con l’ossigeno ambientale”.
Quali sono i loro benefici sulla nostra salute?
“I benefici sono innumerevoli. Alcuni li abbiamo già citati. Il primo ed evidente beneficio è un benessere intestinale, a cui segue un buon funzionamento del metabolismo generale. Anche la tendenza ad ingrassare o a dimagrire può dipendere da esso. Numerosi studi mostrano senza ombra di dubbio come un microbiota sano ci protegga da moltissime malattie, mantenendo efficiente il sistema immunitario e gli altri sistemi di difesa e detossificanti, riduce l’infiammazione e previene stati degenerativi. Le infezioni ricorrenti in qualsiasi distretto avvengano, anche al di fuori del tubo digerente (cistiti, vaginiti, faringiti, ecc), dipendono da una disbiosi intestinale. Pensate che animali da esperimento privati del microbiota muoiono rapidamente. Quindi è fondamentale avere un microbiota sano!”.
Quanti tipi di probiotici esistono e come si sceglie il probiotico più adatto per le proprie esigenze?
“Esistono qualche decina di probiotici in commercio come integratori. Di questi sono stati fatti numerosi prodotti, inserendo insieme al probiotico diverse altre sostanze al fine di differenziare commercialmente i prodotti. La scelta è difficile per chi non conosce bene questo campo, per cui consiglio sempre di chiedere a chi ha esperienza in merito e non fare da soli al fine di risparmiare tempo, denaro e ottenere risultati migliori”.
Spesso – è idea diffusa – si pensa di assumere un probiotico solo ogni qualvolta si è in presenza di disturbi intestinali occasionali (es. dissenteria). Perché questa convinzione?
“Effettivamente è una consuetudine prendere dei probiotici quando abbiamo la diarrea. In questo caso è una sana abitudine. Ciò che non è ancora entrato nelle abitudini è ricorrere a questa integrazione prima, durante e dopo una terapia antibiotica, in corso di malattie infiammatorie, allergiche, infezioni ricorrenti, e molte altre situazioni. Il motivo non lo conosco. Ippocrate diceva molti secoli fa che ‘ogni malattia nasce dall’intestino’. Dovremmo ricordarcelo”.
Può essere assunto tutti i giorni per 365 giorni all’anno?
“Direi di no. Per colonizzare correttamente un intestino ci vogliono circa 3 mesi di terapia dopo i quali il sistema va avanti da sé. L’importante è, soprattutto nei casi complessi o di vecchia data, studiare bene la situazione del microbiota con specifici test di laboratorio prima e dopo la terapia probiotica”.
Al di là del suo ruolo importante per il sistema immunitario, si può considerare il probiotico anche un toccasana per curare – insieme ad altre terapie – malattie intestinali importanti come infiammazioni, morbo di crohn, diverticolite, coliti varie, ecc.?
“E’ ben noto che in queste malattie il microbiota è fortemente alterato, pertanto, è indispensabile occuparsene, altrimenti faremo solo una parte della cura”.
Non tutti i medici consigliano l’uso dei probiotici, perché? Indifferenza e scarsa conoscenza?
“Purtroppo, lo studio del microbiota non fa parte del programma degli studi universitari, salvo rare eccezioni. Vi è ancora molto da fare in tal senso. Ancora troppo spesso la didattica è influenzata dalla presenza o meno del farmaco chimico. In questo caso si parla di integratori e, quindi, non vi è la spinta di interesse a far inserire nei programmi didattici di base nella facoltà di medicina questo argomento. Sono convinto che lentamente ciò avverrà”.
Come ci si può districare nel mercato dei probiotici, visto che l’offerta di questi prodotti è ampia e in molti casi oggetto di campagne commerciali e pubblicitarie martellanti?
“Effettivamente è una giungla commerciale in cui è difficile districarsi. Il consiglio migliore è rivolgersi ad un professionista esperto”.